Un gioco durato 16 anni di Gian Luigi (Giangi) Devoto


UN GIOCO DURATO 16 ANNI ( 1969 – 1985)

E sì, tanto è durato questo bellissimo periodo della mia vita, nato casualmente grazie
ad una persona che tanto ha fatto per centinaia di ragazzi di Chiavari, il mitico Padre Ludovico.
Eravamo nel 1969 sul campo di calcio dell’associazione in via San Francesco quando,
Padre Ludovico convoca ( e quando convocava lui si scattava ) un gruppetto di “disperati”
(io, Petrucci, Caraffini, Claudiani e altri dei quali non ricordo il nome) dicendo che
voleva iscrivere ai Giochi della Gioventù una squadra di pallavolo e che noi, se volevamo,
ne avremmo fatto parte…
Pallavolo? Ci siamo chiesti e che sport è ?
Ci dissero di non preoccuparsi: ci avrebbe insegnato a giocare un ragazzo più grande
che giocava nella squadra dell’A.C.S.A. fondata qualche anno prima.
Ecco come è iniziata !
Ci allenavamo all’aperto, sull’asfalto fregandocene del freddo, dell’escoriazioni, sullo
stesso campo dove giocava la prima squadra, come ben ha raccontato Orfanelli detto PiVi.
Per due anni abbiamo partecipato ai Giochi della Gioventù, arrivando alla fase provinciale,
dove le abbiamo sempre prese, ma con onore, dai Genovesi, alcuni dei quali avrebbero
giocato nel mitico Gargano.
Nel 1970 fu il primo tesseramento nell’A.C.S.A.. Cartellino ritrovato grazie all’amico PiVi che, qualche mese fa, mettendo a posto in garage, ha trovato il tesserino.
Ero il pulcino della squadra, allenata da Manuel Raffo che, giocava nel mitico CSI di quegli anni.
Tanti ricordi ma, se penso a quel periodo mi balzano alla mente: gli allenamenti
tecnici su palleggio e difesa ( braccia rosso violacee alla fine degli esercizi) la Finale Juniores Regionale contro il Gargano quelli di Serie A ( ho giocato 2 minuti, forse, toccando anche il pallone ) e soprattutto le Finali Regionali del Campionato di Prima Divisione: mitica trasferta in treno con pernottamento in Hotel 18 stelle, ovvero il convento dei frati di Sanremo.
La sera prima delle partite siamo andati a vedere il famoso film “osè “ Conoscenza Carnale”, non capendo io ancora nulla di quella “tematica”…
Mi nascondevo dietro agli 1.92 metri di Furio Blasich essendo minorenne.
Se l’avesse saputo Padre Ludovico sarebbero stati guai!
Arriva poi il 1973 ed inizia l’avventura nella Stella Azzurra di Lavagna nella storica palestra Riboli.
Stretta come un corridoio, bassa come una soffitta, con un meraviglioso parquet “in mattonelle” per niente scivolose… Ma una reggia rispetto al campo dei Frati.
È impossibile riassumere questi lunghi anni e parlare di tutti i ragazzi e dirigenti ( Boero,
“Gio” Vaccarezza due tifosi indefessi, sempre presenti agli allenamenti e alle partite) con i
quali ho condiviso questa esperienza umana e sportiva, riassunta in minima parte nelle
fotografie che allego. Ma anche questo periodo è caratterizzato dalla presenza di una figura
carismatica che fa parte di diritto nella storia della pallavolo del Tigullio.
Il mitico nostro allenatore Renato Gotelli ( per me “Rena”).
E’ lui che ci ha accompagnato nella crescita sportiva e umana, tanti cazziatoni, tante pacche sulle spalle, tra una sigaretta e l’altra.
Ci ha affiancato passo passo, in tutto il percorso dagli Juniores alla prima squadra con pazienza e affetto che tutti i suoi “ragazzi terribili” ricambiano.
Ragazzi che lui è riuscito a integrare perfettamente con gli “anziani” del gruppo ( Podestà, Chiarini, Moreno, Mosto e tanti altri).
Non bastavano le ore trascorse assieme in palestra; spesso andavo a trovarlo nella sua chiassosa tabaccheria in piazza Milano a Chiavari per parlare di tutto un po’, il suo oramai
era diventato un salotto sportivo, dove la sua cadenza “toscana” risuonava allegra fin sulla strada… Peccato non averlo avuto in panchina gli ultimi anni della mia attività agonistica. (Moreno non te la prendere…)
Be ora è meglio finirla qui con i ricordi.
Ci vediamo al prossimo pranzo a Rapallo.

Ciao Giangi.

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