Gli albori della pallavolo in Liguria…la mia scherzosa narrazione a base di aneddoti…
Nei primi anni ’60 non tutte le squadre di pallavolo avevano a disposizione una palestra.
Così a Lavagna giocavamo nell’area Arena Splendor che , in estate, era destinara alle proiezioni del cinema alll’aperto..
Anche il Marola (LaSpezia) giocava in un piazzale adibito anche a parcheggio auto;,mentre l’Albisola giocava in aperta campagna su un terreno ben livellato ma che, a fine campionato era sicuramente destinato ad usi agricoli.
In quei tempi i palloni erano di cuoio con cuciture esterne ed erano nei migliori dei casi in nunero di due o tre per ogni squadra.
Quando si andava in trasferta si portava un solo pallone, quello più malandato, visto che erano forti i rischi di “appropriazione indebita”…
.Poiche’ così ci era capitato, in una partita di ritorno, un supertifoso aveva meditato di rendere pan per focaccia.
Durante la fase di riscaldamento, il pallone della squadra avversaria era andato a finire casualmente, in uno di quei magnifici cespugli di essenze mediterranee (mirto?lentisco?) che abbellivano lo schermo del cinema.
Partite immediatamente le ricerche, da parte di tutti, e, non volendo credere agli UFO,per una buona mezzora si era ispezionata l’area palmo a palmo ma senza risultati finchè la partita non ebbe inizio. Al primo allenamento quel pallone ricomparve .All’insaputa di tutti, anche nostra, il supertifoso si era acquattato, per tempo, dietro al cespuglio e, appena gli si era presentata l’occasione, aveva afferrato il pallone e , protetto dallo schermo,aveva scavalcato un muro di cinta, si era dilegiuato nei vicoli retrostanti per poi rientrare dall’ingresso principale e chiedere cosa stesse succedendo!!!
Comunque, nel giro di pochi anni ( sempre nei famosi sixties della generazione ye’ye’…) la Liguria vantava due società in serie A( Italsider,Italia Navigazione) e due società in serie B( Csi Pallavolo Chiavari, U.S. Stella Azzurra Lavagna),
La pallavolo era ormai diventata uno sport che vedeva crescere in continuazione i praticanti e gli appassionati.
Così, in modo quasi naturale, ai campionati invernali fecero seguito i tornei estivi,
I primi tornei estivi avevano ii nobile scopo di propagandare il volley e di far divertire i “bagnanti”. In genere si parlava di due tesserati per ogni team coadiuvati da amateur che volevano cimentarsi nelle sfide tra i vari stabilimenti balneari che sponsorizzavano le squadre:
Il grande successo di queste manifestazioni verbali aveva portato all’organizzazione di importanti tornei specie a Lavagna e a Cavi con ricchi premi (medaglie d’oro zecchino per il primo premio, ecc,).
Anche le regole vennero modificate per fare spazio ai tesserati che, nel frattempo, erano aumentati di numero e categoria.( ad es. due giocatori di B, quattro di C, ecc.).
Ricordo questa regola, per tornare nell’aneddotica, ci aveva permesso di costruire una squadra che faceva man bassa nei vari tornei ( componenti due milanesi – Alberti, Pareschi- quattro enfant du pays- Raffo Manuel,Rossetto,Chiarini ed il sottoscritto).
In una certa estate , a Chiavari (palestra Marchesani) si svolgeva un raduno della nazionale italiana juniores ( tutti giocatori di serie A).
Qualcheduno aveva pensato, riuscendoci, ad ingaggiarli per il torneo estivo di Lavagna
. Fu in tal modo che ce li ritrovammo in finale e perdemmo. Tanto è che non ci andava giù e alle prime rimostranze verbali ci veniva risposto che il regolamento parlava di limitazioni ai giocatori di B ma non faceva alcun riferimento a quelli di A (!!); se poi avessimo voluto far ricorso scritto, previo pagamento della tassa di reclamo………
Facemmo ricorso e la risposta non tardo’ ad arrivare: ricorso respinto e si incamera la tassa del reclamo.
Ah…per la cronaca, la commissione era composta dagli stessi personaggi che avevano ingaggiato i nazionali juniores (dei veri burloni…)
I tornei estivi erano, e rimangono, un grande momento di divertimento e sono stati la culla del beach volley ormai diventato sport olimpico..!
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